# 40 jours I # 3 Quattro volte Generale Orlando Lorenzini (Guardistallo 1890 – Cheren 1941)

Via Generale Orlando Lorenzini scende dall’Aurelia Alta, la SS1, verso l’Aurelia bassa, la litoranea, pini su pini dietro i cancelli delle case, la pineta qui è una questione privata. Castiglioncello, poco più di 20 kilometri a sud di Livorno. Stazione balneare tirrenica, una delle prime stazioni balneari italiane, insieme ai bagni Pancaldi di Livorno e le prime piattaforme sul mare. Anni Venti, anni Trenta, anni di fascismo, di mare, anni di presa del mare, anni di presa del potere.

Via Lorenzini è quella della casa del Generale di Guardistallo, cittadina a pochi kilometri dal mare, verso l’interno, sulla strada che porta a Volterra, attraversando queste colline che scollinano meno vertiginosamente degli altopiani d’Oltremare.  La casa del Generale è proprio all’inizio della via, a forma di cubo. Costruita nel 1933 è tutta intonacata di bianco, dà sulla strada ma diresti di essere in campagna.

Le strade coloniali attraversano la Via Generale Lorenzini in un reticolato dall’alto della collina fino al mare. Via Derna, Darnah si sporge dalle coste della Libia sul Mediterraneo, Derna un tempo capitale della Cirenaica, poi seconda città dopo Bengasi, nel 1939 costituita in Provincia italiana e ufficialmente unita, insieme alle altre tre province libiche, al territorio nazionale del Regno d’Italia. Via Misurata, Misrata, sul golfo della Sirte da dove si parte oggi segretamente per il viaggio verso l’Europa, città della Tripolitana a circa 210 kilometri da Tripoli, a Castiglioncello Misurata scende a picco su via Bengasi che a sua volta attraversa via Mogadiscio, in questo intrico di paesi e strade coloniali che si diramano come radici dalla strada del Generale. Dopo via Misurata, via Lorenzini è attraversata da via Zuara, Zuwārah, a 60 chilometri dal confine con la Tunisia, altra città di mare, altra città della Tripolitana. Via Asmara alla fine, verso il mare, attraversa e mette fine alla strada del Generale. Ad Asmara non c’è il mare. Ad Asmara, in Eritrea, ha trovato la sua prima sepoltura il Generale regio e fascista che muore a Cheren nel 1941 per una scheggia di granata, in una battaglia dove la guerra coloniale diventa guerra mondiale. All’angolo con via Asmara si trova la casa del Generale.

Nelle insonnolite vacanze viviamo immersi in questi nomi, complici inconsapevoli di queste memorie coloniali tra bagni di mare e sonnolenza. Via Asmara è la nostra preferita, questa strada impasse che porta verso la pineta del Castello Pasquini. Impasse coloniale. Asmara impasse tutta italiana. Per salire dal mare attraversiamo via Zug, antica via Tripoli. Zug, Zoug, زوك‎ , capitale irriconosciuta del Sahawari, il Comune l’ha inserita nel 1993 nel suo reticolato di strade africane. E risalendo per l’antica Tripoli, oggi Zug, ci ritroviamo di nuovo a via Lorenzini. Il tempo si ferma qui e il passato lo ritroviamo immutato a metà della strada dove c’è la targa in marmo scalpellata a mano, con il nome e l’onorificenza suprema, la medaglia d’oro. Antica targa, forse la prima. Il tempo si ferma anche nella voce Wikipedia del Generale Lorenzini che rende omaggio al suo valore nella guerra italo-turca, nella riconquista della Libia, nella guerra d’Abissinia, nelle due guerre mondiali, enumera tutte le onorificenze e le medaglie, come se il valore fosse sempre quello, il valore di guerra. Medaglia d’oro perché “figura leggendaria di combattente coloniale”. A poco più di un mese dalle elezioni del 25 settembre 2022 con la destra in testa, il partito della Meloni in testa, l’estrema destra a un passo dal potere, la voce Wikipedia scandisce le imprese militari del generale livornese e i lettori di Wikipedia leggono insonnoliti le gesta di guerra, in un incantesimo dal quale sembra difficile risvegliare. Un’altra lapide lo celebra nel giardino della memoria, all’inizio della Pineta Marradi, addossata alla casa dei Carabinieri, un tempo la Casa del Fascio. Amara memoria italiana. Le serate tranquille nella villa della pineta, le serate di gala sui nuovi bagni, Mare Nostrum, Bagni Italia, con invitati d’onore, ministri, generali, a pochi passi dal mare, a raccontare le imprese africane, tirare fuori cimeli, rendere omaggio ai soldati italiani, irridere gli ascari per poi parlare del loro coraggio, ricordare il tramonto, le strade d’Etiopia, il mal d’Africa. Momento di tregua e ritorno in patria, momento di bagni a Castiglioncello, a un passo dal tramonto sulla spiaggia del Quercertano.

Castiglioncello, Livorno, Pineta Alta

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Anche a Pisa esiste via Lorenzini. Via Generale Orlando Lorenzini è un tratto di una strada più lunga, a nord della Torre, tra la Torre e il fiume Morto Nuovo. Strada di un quartiere periferico, quartiere residenziale di villette immerse nei pini, di case a due piani o poco più, questa strada lunga, divisa in tre pezzi, dedicata a tre uomini diversi: via Abramo Giuseppe Pardo Roques, Presidente della Comunità Ebraica pisana, ucciso dalle SS in ritirata, via Generale Lorenzini, Generale fascista, e via Antonio Cei, Ispettore delle dogane di Genova che dopo aver combattuto in Albania e in Grecia fu ucciso dai tedeschi a Cefalonia. La storia si confonde in queste biografie, la storia ha confuso gli spiriti, la storia confonde e lascia confusi nella continuità di queste strade, nella continuità dell’Italia repubblicana fra questi percorsi fascisti e antifascisti. A pochi metri, via Fratelli Rosselli.

Su via Lorenzini di Pisa due fermate dell’autobus: Lorenzini e Duca d’Aosta. Questa volta la toponomastica è più coerente. Duca d’Aosta, sì, come la scuola di Firenze, quella di fronte al Michelangelo, Michelangelo il liceo classico di Firenze, Duca d’Aosta la scuola di geometri e ragioneria, e chi lo sapeva allora che il Duca d’Aosta era viceré delle colonie, geometra e ragioniere d’Oltremare, negli anni 1980 quando andavamo a scuola chi ne sapeva niente del colonialismo italiano, chi ne parlava mai del Duca d’Aosta. La piazza duca d’Aosta è lì, proprio lì, come un grande slargo che interrompe la continuità di questa lunga strada e la via Lorenzini l’attraversa a Pisa. Poco più lontano la città scompare. Prati verdi, terreni coltivati, il bosco delle comete, le colline sullo sfondo.

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A Pisa Lorenzini non è solo la via di un Generale fascista ma anche una scuola elementare, la scuola O. Lorenzini quella scuola color mattone in via Possenti, non lontano dalla ferrovia. Ma lo sapevi tu che la tua scuola elementare è dedicata a un Generale fascista che ha stroncato la resistenza degli arbégnà buttando armi chimiche nelle grotte dove si nascondevano?

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Sempre sulle tracce del generale, a Lucca, una caserma militare dismessa. Il Generale Lorenzini è prima una caserma militare e ora un’ex caserma militare. L’ex Generale è oggi un Museo del Fumetto. Il Generale è uscito dalla memoria. Strade e scuola sono sempre là. Inconsapevoli del nome che portano.

A propos de Anna Proto Pisani

Passionnée par la création et l’écriture, j'ai publié des textes et des articles sur différentes revues et les ouvrages collectifs sur la littérature postcoloniale Les littératures de la Corne de l’Afrique, Karthala, 2016 et Paroles d’écrivains, L’Harmattan, 2014. J'ai créé et fait partie du collectif des traductrices de Princesa, le livre de Fernanda Farìas de Albuquerque et Maurizio Iannelli (Héliotropismes, 2021). Je vis tous les jours sur la frontière entre la langue italienne et la langue française, un espace qui est devenu aussi ma langue d’écriture.