Alle tre del pomeriggio dell’estate, quando tutti dormono, ci troviamo sulle scale. Appuntamento fisso, senza bisogno di dirselo, ci troviamo ogni giorno come per caso. Parliamo a bassa voce, presenze segrete nel silenzio del palazzo. Non vogliamo farci scoprire e rinunciare a questo momento, eppure qualche risata non possiamo controllarla. Stiamo lì, nel bagliore di quegli scalini bianchi e delle mattonelle color verde acqua della rampa di scale, a raccontarci i nostri corpi in mutazione, con il riflesso della luce del mare fuori quel palazzo, immersi nei nostri corpi e questo sesso sempre più forte che ci invade, non lo vediamo il mare. Poi quando tutti cominciano a svegliarsi e a bere il caffè freddo congelato del pomeriggio ci spostiamo davanti alla porta in vetro con i puntini, quella che dà sull’esterno, nell’ultima curva della strada che scende da Ravello verso il mare. Là, in quell’angolo con le macchine che strombazzano alla curva giochiamo ancora, tutti i pomeriggi. Davanti alla porta ci sono quei due scalini e ci sediamo tutti e tre stretti a raccontarci i segreti dei corpi, dei nostri corpi. Quando non ci sono le macchine parcheggiate davanti al portone proviamo le coreografie, fino a che non sono perfette. E poi giù, dietro i grandi per le lunghe passeggiate del pomeriggio.
Ce n’est pas réel de lire un texte dans une langue que je ne comprends pas. Ce n’est pas réel de chercher un sens, des mots que je crois deviner, silenzio del palazzo, nostri corpi. Ce n’est pas réel mais ça chante si joliment.
Ce n’est pas réél mais si vrai! Merci JLuc!
Conversations que, je ne sais pas pourquoi, je n’ai jamais vraiment eues mais qui me manquent, les entre filles. On sent tellement la chaleur les après-midi d’été.